I laboratori condotti presso il Convitto Nazionale Colombo di Genova
Tenendo sempre presenti gli obiettivi del progetto, si è scelta una metodologia di lavoro tesa alla co-costruzione dei significati e alla promozione di una crescita intellettuale graduale il più possibile spontanea, evitando di fornire ai bambini indicazioni normative eterodirette e/o giudizi di valore assoluti sui diversi comportamenti e punti di vista.
Si è cercato di stimolare l’esplorazione e la ricerca attraverso esperienze ludiche e non giudicanti per favorire l'ascolto e la riflessione condivisa, accettando anche posizioni e affermazioni diverse, lasciando loro il tempo per maturare le proprie idee. In questo modo si sono potute accogliere con attenzione e con leggerezza le confidenze autobiografiche relative a situazioni familiari, personali e scolastiche. A tal fine si è cercato di ricreare un ambiente adeguato, un luogo diverso dalla classe, dove bambine e bambini venissero accolti in un’atmosfera affettivamente connotata e informale, così da stimolare la curiosità, il dialogo, il movimento in una dimensione di intimità e benessere. Si è posta anche particolare attenzione ai supporti utilizzati, scegliendo luci, oggetti e materiali particolari, inconsueti in un ambiente scolastico, così da stimolare e far emergere atteggiamenti e capacità diverse.
La prima fase del progetto, che si è svolta da settembre 2018 a luglio 2019, aveva l’obiettivo di raccogliere prospettive e percezioni in merito agli stereotipi di genere da parte di bambine, bambini e docenti attraverso la narrazione di fiabe classiche; questi elementi sarebbero poi serviti all’elaborazione di un percorso educativo per bambini, della guida pratica per insegnanti e dei cicli di formazione da proporre nelle successive fasi di attuazione del progetto.
Per decidere su quali fiabe lavorare è stato condotto un primo sondaggio nelle due classi coinvolte, attraverso la somministrazione di un foglio contenente le immagini di 16 fiabe classiche che sono state “votate” attraverso l’uso di adesivi.
Successivamente, dopo aver proposto il percorso alle bambine e ai bambini, raccolto il loro interesse a partecipare alle attività e suggellato una sorta di “patto”, si è dato avvio alle consultazioni sotto forma di laboratori.
I soggetti coinvolti sono stati suddivisi in quattro sotto-gruppi che hanno lavorato su quattro fiabe (Il gatto con gli stivali, la Bella addormentata nel bosco, Raperonzolo e Barbablù) nel corso di tre sessioni di circa 2 ore ciascuna.
Il percorso è stato documentato attraverso supporti foto e video, successivamente montati in un breve documentario e presentato alle famiglie verso la fine dell’anno scolastico (giugno 2019), cogliendo l’occasione per discutere i risultati delle sessioni.
Parallelamente sono stati condotti tre focus-group con insegnanti e altro personale educativo. Durante ogni sessione sono state affrontate tre fiabe selezionate da diverse angolazioni, con l'obiettivo di esplorare il campo generato dalla storia, il possibile riferimento ai fattori determinanti proposti, la percezione degli stereotipi in relazione a ciascuna esperienza biografica e professionale. Questi momenti sono stati anche occasione per condividere circolarmente il lavoro svolto e le rilevazioni che sono emerse dai laboratori con i bambini.
La seconda parte del progetto ha coinvolto gli stessi bambini e bambine dell’anno precedente, ormai frequentanti la classe seconda, che hanno manifestato con entusiasmo l’interesse a partecipare al nuovo ciclo di attività attraverso un rinnovo del “patto”.
Le attività condotte in questa fase progettuale avevano un intento maggiormente formativo ed avevano l’obiettivo di informare e guidare l’elaborazione di una prassi educativa volta ad accompagnare i bambini e le bambine nello sviluppo di relazioni amichevoli e rispettose con i propri coetanei, creando maggior consapevolezza e assumendo un atteggiamento critico rispetto agli stereotipi di genere.
Per veicolare la complessità dei contenuti del progetto a persone di questa età si è optato per un lavoro basato su un piano ludico narrativo: è stata dunque ideata una metafora sotto forma di racconto per rappresentare gli elementi chiave che si intendevano esplorare insieme, in particolare gli indicatori EIGE, l’accesso a pari diritti e pari opportunità, il valore e l’unicità di ogni singola persona, l’uguaglianza nella differenza, considerata sempre come un valore. Il racconto, intitolato “l’isola delle scimmie”, è stato proposto come lente utile per analizzare successivamente le diverse fiabe classiche su cui si sarebbe lavorato ma anche per sollecitare tra loro e gli adulti la discussione e la riflessione condivisa sui temi affrontati.
Ogni sotto-gruppo, di circa 10-15 persone, ha lavorato su tre fiabe nel corso di quattro incontri di circa due ore. Il primo incontro è stato dedicato ad esplorare insieme la metafora dell’isola delle scimmie per coglierne gli orientamenti impliciti. La storia è stata letta, analizzata insieme anche attraverso l’ausilio di immagini diverse (acquarelli giapponesi in particolare), oggetti (pupazzi delle scimmie) e disegni (durante il racconto l'immagine di una grande isola man mano prendeva forma su un cartoncino ad opera di una animatrice). Lo scambio è stato guidato da alcune domande pensate ad hoc per evidenziare gli indicatori degli EIGE, i quali successivamente sono stati semplificati graficamente con sette bandierine. La storia dell’isola delle scimmie è stata anche “sperimentata” attraverso giochi corporei ed è stata memorizzata attraverso un’attività grafico-pittorica. I disegni prodotti dai bambini sono stati raccolti, ritagliati e successivamente utilizzati per costruire il “Librone della Memoria” da consegnare alla classe alla fine delle attività.
Durante i tre incontri successivi sono state lette e discusse insieme le tre fiabe: Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel e Cenerentola.
Ogni volta, all’inizio delle sessioni, si riportava l’attenzione di bambine e bambini alla storia dell’isola delle scimmie che diventava il punto di partenza per la successiva discussione e analisi delle tre narrazioni classiche. I bambini sono stati sollecitati al dialogo attraverso la creazione condivisa delle bandierine degli indicatori EIGE (anche nella scelta dei termini da utilizzare nella loro descrizione) e le domande guida, focalizzando la discussione sugli elementi presenti nelle fiabe: dai ruoli sociali al lavoro, dal potere decisionale alla salute, dalla violenza e alla protezione, attraverso un metodo teso ad accogliere il punto di vista dei bambini, argomentando senza dare giudizi. Dopo la discussione, si sono proposti momenti di gioco simbolico a partire dagli eventi delle fiabe così da sperimentare concretamente il rispetto, la delicatezza, la solidarietà, la cura e il contatto corporeo a prescindere da genere, età, posizione sociale dei personaggi e dei bambini. Nonostante si siano rilevati anche in queste attività delle resistenze da parte dei bambini a rappresentare ruoli femminili, dopo qualche incoraggiamento e correzioni di ruolo (es. la nonna che diventa il nonno), le difficoltà si sono allentate, fino a giungere all'ultimo incontro quando tutte e tutti sono diventati, a turno, Biancaneve addormentata e curata dai nani. Le sessioni si concludevano sempre con una proposta grafica attraverso l’utilizzo di tecniche particolari, solitamente poco utilizzate a scuola così da per poter sperimentare nuove modalità di espressione.
La sessione di chiusura avveniva con la consegna in classe del “Librone della Memoria” contenente i disegni e le composizioni materiche, quali tracce del percorso condotto insieme, la storia dell’isola delle scimmie, una versione semplificata della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, le bandierine degli indicatori EIGE che avevano accompagnato la discussione delle fiabe e una ghirlanda di carta (di quelle che anticamente si facevano con le forbici) di tanti omini/donnine di colori e fogge differenti a simboleggiare l’umanità, tutta uguale ma diversa.
Si riporta qui di seguito una struttura schematica degli incontri laboratoriali, così come sono stati realizzati tra novembre 2019 e febbraio 2020.
Alcuni dettagli pratici:
• Ogni laboratorio è composto da una sequenza di 4 sessioni con lo stesso gruppo di bambini della durata di circa 1,30/2 ore, e da una sessione ulteriore di chiusura
• Al laboratorio partecipano una persona che narra, una che assiste e l’insegnante della classe
• Ogni gruppo è composto da massimo 15 bambin* di 5-7 anni
• Idealmente lo spazio dove si lavora è vuoto, senza tavoli, se possibile con pavimento in legno o un tappeto oppure con la possibilità di sistemare a terra dei materassini e cuscini su cui sedere.
• Si consiglia l’utilizzo di un proiettore con casse audio
• Si consiglia l’utilizzo di uno smartphone o una videocamera per riprendere i momenti più importanti del laboratorio. I genitori/tutori dei bambini devono essere informati circa l’attività che viene intrapresa con i bambini e per le riprese viene richiesto un consenso specifico.
• Si consiglia l’utilizzo di fantocci vari: pupazzi di scimmie, due pupazzi che rappresentano un bambino e una bambina e un pupazzo che rappresenta di una vecchia signora (la cuoca).
• I materiali da utilizzare includono: tamponi con inchiostro di china rosso e nero, pennelli, tratto-pen rossi e neri, forbici, materiali per incollare, caramelle e dolciumi colorati, pistola con colla a caldo, tempere diluite, cartoncini bianchi di diversi formati, cartoncini (dimensione minima A3) con cui costruire il Libro della Memoria, nastro telato, fettucce, fotocopie e materiali tessili, etichette adesive da usare per raccogliere le parole chiave relative ai fattori determinanti.
• Lavagna a fogli mobili, pennarelli, post-it, matite colorate.
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